Lo scontrino elettronico e il documento commerciale in Italia: una guida completa
In Italia, il documento commerciale (noto come scontrino elettronico fino al 2019) fa parte di una strategia moderna per l’emissione e gestione degli scontrini, volto a migliorare la conformità fiscale e ridurre l’evasione fiscale. È diventato obbligatorio per la maggior parte delle aziende (con un fatturato superiore a 400.000 euro) dal 1° luglio 2019, rappresenta un’iniziativa governativaper digitalizzare le transazioni finanziarie e semplificare la rendicontazione all'Agenzia delle Entrate (AdE). Da gennaio 2020, l’obbligo si estende a tutte le aziende con partita IVA.
L’Italia verso la completa digitalizzazione del sistema fiscale
L’introduzione dello scontrino elettronico e del registratore telematico (RT) in Italia nel 2019 ha segnato l’inizio della digitalizzazione del sistema fiscale, ma ha richiesto registratori di cassa telematici certificati e costosi. A partire dal 2024, le nuove normative consentiranno alle aziende di utilizzare soluzioni software certificate, come SIGN IT di fiskaly, offrendo maggiore flessibilità e costi operativi inferiori per questa nuova era dello scontrino elettronico senza RT in Italia.
Contesto: Fatture in Italia
Il quadro normativo della fatturazione elettronica in Italia, stabilito dal Decreto Legislativo 148/2018 e dal Decreto 55/2013, è rivolto alle autorità pubbliche e ad altri enti. La fatturazione elettronica B2G è obbligatoria per le amministrazioni centrali, in conformità con la Direttiva Europea 2014/55/UE. Inizialmente applicata solo a ministeri, uffici fiscali e agenzie di sicurezza nazionale, l’obbligo è stato esteso a tutti gli enti pubblici nel 2015. A gennaio 2019, l'Italia è diventata il primo Paese dell'UE a rendere obbligatoria la fatturazione elettronica a livello nazionale per le transazioni B2B e B2C.
Nei casi in cui non è richiesta l'emissione di una fattura, come previsto dall'Articolo 22 del D.p.r. 633/1972, le vendite devono essere certificate con uno scontrino digitale. I contribuenti esonerati dall’obbligo di emettere fatture possono utilizzare lo scontrino elettronico per certificare i ricavi aziendali, con la memorizzazione e trasmissione dei dati all'Agenzia delle Entrate (AdE) e la consegna di un documento commerciale al cliente.
Lo scontrino elettronico: Quadro normativo e trasmissione all'Agenzia delle Entrate (AdE)
Lo scontrino elettronico (noto anche come scontrino telematico o scontrino digitale) consente ai commercianti di memorizzare e inviare elettronicamente i dati delle transazioni all'Agenzia delle Entrate. Introdotto insieme alla fatturazione elettronica dal 1° gennaio 2021, mira a contrastare l’evasione fiscale garantendo che ogni vendita venga registrata e trasmessa digitalmente all’agenzia.
Introdotto dal Decreto Fiscale e rafforzato dalla Legge di Bilancio, impone che, dal 1° gennaio 2020, tutte le aziende italiane, esentate dall’obbligo di emettere fattura e indipendentemente dalla loro dimensione, debbano emettere scontrini elettronici. Tra queste categorie rientrano:
- Alberghi, servizi di ristorazione e bevande
- Servizi di trasporto passeggeri, veicoli e trasporti
- Servizi in esercizi commerciali aperti al pubblico
Questi dati devono essere trasmessi telematicamente all’autorità fiscale italiana tramite un registratore telematico, tramite il portale web dell’AdE o sistemi di fatturazione.
Le aziende devono trasmettere giornalmente i dettagli di ogni scontrino all’autorità fiscale, garantendo il monitoraggio in tempo reale delle vendite e permettendo un controllo delle attività economiche in modo più efficace.
Quali dati deve includere lo scontrino elettronico?
Con l’introduzione della memorizzazione e trasmissione elettronica delle informazioni di vendita, i clienti ricevono un documento commerciale, spesso ancora chiamato "scontrino" invece del tradizionale scontrino fiscale. Il documento commerciale viene generato automaticamente tramite RT o il portale Fatture e Corrispettivi. Definito dal Decreto Interministeriale del 7 dicembre 2016, il documento deve riportare i seguenti dettagli:
- data e ora di emissione
- numero sequenziale
- informazioni sull’emittente (ragione sociale, denominazione legale o nome completo dell’emittente, sede dell’attività)
- descrizione dei beni o servizi
- totale della transazione
- informazioni fiscali del cliente (codice fiscale, partita IVA) se richiesto
Le transazioni vengono registrate giornalmente e i dati di vendita devono essere comunicati all'Agenzia delle Entrate entro 12 giorni se si utilizzano stampanti RT.
Quando viene emesso lo scontrino elettronico o il documento commerciale?
L'Articolo 1 del decreto interministeriale del 7 dicembre 2016 regola l'emissione del documento commerciale . Gli scontrini vengono solitamente forniti in forma cartacea, ma possono essere inviati elettronicamente previo accordo con il cliente. Il documento deve garantire "leggibilità, gestione e conservazione nel tempo".
I dati di vendita devono essere memorizzati al completamento della transazione presso il punto di vendita, e il documento commerciale o scontrino fiscale deve essere consegnato al cliente.
Qual è l'obiettivo dello scontrino elettronico?
L'obiettivo principale dello scontrino elettronico è combattere l'evasione fiscale garantendo una rendicontazione accurata delle vendite alle autorità fiscali, allineando l'Italia all'obbligo di fatturazione elettronica (in vigore per tutti i titolari di partita IVA dal gennaio 2019) e agli sforzi più ampi dell'Unione Europea per migliorare la conformità fiscale e digitalizzare i processi fiscali.
Le differenze tra lo scontrino elettronico e la fattura elettronica
Comprendere la distinzione tra scontrini elettronici e fatture elettroniche è essenziale. Ogni transazione di vendita richiede generalmente una documentazione per convalidare lo scambio e garantire una rendicontazione accurata dei redditi all'Agenzia delle Entrate.
Gli scontrini elettronici sono comunemente emessi per transazioni al dettaglio, in particolare per piccole vendite, principalmente in contesti B2C. Le fatture elettroniche, invece, vengono utilizzate per transazioni B2B o per vendite di maggior valore, che richiedono una documentazione più dettagliata per fini contabili, fiscali o di garanzia.
Quali contribuenti devono emettere scontrini elettronici?
Per le transazioni al dettaglio, l'emissione di una fattura non è obbligatoria, salvo richiesta esplicita del cliente." nvece, le aziende sono tenute a memorizzare e inviare elettronicamente i dati delle transazioni giornaliere all'Agenzia delle Entrate (AdE). Questa pratica sostituisce la necessità di emettere scontrini cartacei o fiscali e elimina il tradizionale "registro dei corrispettivi," come indicato nell'Articolo 24 del DPR 633/1972.
Il nuovo obbligo si applica a tutti i soggetti previsti dall'Articolo 22 del DPR 633/1972, ad eccezione di alcune transazioni esentate dal Decreto Ministeriale del 10 maggio 2019.
Lo scontrino elettronico può essere emesso utilizzando un registratore di cassa telematico, che deve essere collegato all'Agenzia delle Entrate. Questo sistema deve rispettare determinati parametri e ricevere la certificazione dall'Agenzia.
Esistono diversi modi per garantire la trasmissione dei corrispettivi telematici al fine di emettere uno scontrino:
- tramite registratori telematici,
- tramite server RT per punti vendita con almeno tre registratori di cassa,
- attraverso il portale web dell'Agenzia delle Entrate (AdE)
Cosa significa lo scontrino elettronico per i clienti?
I clienti ricevono un documento commerciale per resi e garanzie, anziché lo scontrino tradizionale, in formato cartaceo o digitale. Sebbene non siano soggetti a sanzioni per non avere lo scontrino dopo aver lasciato il negozio, la Guardia di Finanza può ispezionare i loro acquisti per verificare la corretta registrazione elettronica da parte del commerciante.
Sanzioni per il mancato rispetto dell’emissione degli scontrini
Le imprese che non rispettano le normative sugli scontrini elettronici possono incorrere in sanzioni da parte delle autorità fiscali, tra cui multe multe e ulteriori ispezioni.
Le recenti modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2021 hanno modificato il sistema di sanzioni per gli scontrini telematici e l'uso dei registratori di cassa. Le principali novità includono:
- una multa del 90% sull'imposta per omissione, ritardo o invio errato dei dati
- una multa di €100 per errori che non incidono sull'imposta
- la possibile sospensione delle licenze commerciali dopo quattro violazioni in cinque anni, con una durata che varia da 3 giorni a 1 mese, o da 1 a 6 mesi per importi superiori a €50.000
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